domenica 16 ottobre 2022

DOVE SONO GLI ADOLESCENTI?

 Tempo fa, mentre leggevo un libro di Matteo Lancini sull’adolescenza, mi ha colpito in particolare un passo in cui invitava gli adulti, non solo i terapeuti che lavorano con ragazze e ragazzi, a raggiungerli  là dove sono. E questa è la domanda che più mi in gira in testa dal quel momento. Dove sono gli adolescenti di oggi? Dove vanno i loro sogni? Dove guardano? Dove vivono i loro mondi interiori ed esteriori?

Come sempre noi adulti pensiamo di sapere molto di loro. Chi li osserva di più, chi ci lavora, ma anche i dati ci dicono di un grande malessere e disagio, esploso dopo la pandemia. La nostra società è cambiata e così cambiano anche i dolori della nostra anima, le nostre ombre e fatiche. Allora leggiamo del nichilismo che ci attanaglia, degli adolescenti angosciati dal futuro, la cui più grande trasgressione spesso è divenuta la possibilità di deludere le proprie figure di riferimento. Tutto vero, tutto vero dentro storie diversissime, ovviamente non generalizzabili. Ma nonostante le mie letture e i miei studi continuo sempre a ritornare a quella domanda: dove sono loro? Come posso avvicinarmi, non troppo, ai miei figli? Come posso tentare di trovare la misura per i confini da dare loro e il necessario bisogno di scoprire il mondo? Come posso comprendere il caos dentro di loro? E come posso fare lo stesso, in modo diversi con le ragazze e i ragazzi che incontro nella stanza d’analisi?

La risposta è che non lo so per bene. Faccio tentativi e uno di questi è stato per esempio ascoltare la loro musica. Sì perché la musica rap (a voltre trap) che molti di loro si ficcano nelle orecchie molte ore al giorno racconta di loro. Narra le loro paure, le loro ombre, i loro valori, anche quando ci sembra che per loro non conti nulla. Non è così, loro vivono mondi in cui l’amicizia, se sono abbastanza fortunati da avere la forza di provare a viverlo questo mondo, è un valore enorme. Non semplicemente la cura dell’amico, ma soprattutto la lealtà. I rapper sono o si raccontano come ragazzi di strada, che hanno sofferto, che hanno cercato soluzioni in trasgressioni, che sono sopravvissuti grazie agli amici incontrati, che odiano l’ipocrisia degli adulti, che non credono in questo mondo così com’è. Spesso raccontano un’immagine del femminile ancora, purtroppo, troppo, molto oggettuale. Le donne possono essere pericolose, da temere, da usare. Sono soprattutto uomini i cantanti rap e forse raccontano di quanto questo aspetto legato al femminile sia presente ancora come stereotipo giunto a loro dalla cultura dominante. Ci vorrà ancora molto tempo per cambiare le cose non solo fuori, ma dentro di noi. Oltre a questo però, mi sembra, quando ascolto la musica preferita di mio figlio, di vedere un po’ meglio lui. Scopro che c’è della poesia in alcuni di quei testi e imparo ad andare oltre a quello che dicevo prima: “ma che roba è quella che ascolti?”.

Per amare, per accompagnare la crescita di un figlio, per provare ad essere un adulto che prova ad ascoltare queste ragazze e ragazzi forse è necessario non avere paura di vedere i loro cambiamenti, le loro trasformazioni (io spesso ho una paura folle, ma ogni volta la paura mi permette di esercitare il coraggio e ci riprovo!), l’adulto che sta nascendo in loro che temono e che non c’è ancora. Loro non sanno bene come fare (e spesso anche noi adulti, che spesso non siamo dei buoni modelli), vedono più le ombre dell’umano, sono spaventati dalla responsabilità che noi gli diciamo che avranno e spesso scappano da questa.

Allora forse è possibile andare oltre le loro e le nostre maschere, facendo i conti con la nostra parte adolescente, provando a vedere in cosa trovano luce, in che modo agganciarli alla speranza, in che modo consentirgli di fidarsi ancora dell’umano. Una via mi pare sia reggere le loro ombre, non lasciarci schiacciare da esse. L’inabissarsi nelle ombre è il loro lavoro e stargli accanto e fare loro da sponda, da mano che tira su, a volte che ferma è il nostro. Se siamo un po’ più consapevoli delle nostre ombre, che vorrebbero figli perfetti per sentirci genitori perfetti, è possibile andare là dove sono, è possibile fare loro sentire che vale la pena diventare adulti e vivere toccandoci reciprocamente, per provare sempre e,  ancora una volta, a trasformarci.

Ecco IO di Marracash, dall’album NOI, LORO E GLI ALTRI. Questa musica ha molto da raccontare anche di chi la ascolta e noi faremmo bene a metterci ad ascoltare le loro musiche (che metaforicamente possono essere i loro videogiochi, i loro libri, le loro serie, i loro film, i loro discorsi spezzati e strampalati, i loro occhi).

 

Quante bugie che raccontiamo a noi stessi
Per sentirci al sicuro



Per sentirci protetti
O chi lo sa
Forse siamo bugiardi perché non ci hanno mai detto la verità

La verità non semplifica
La verità non si esplicita
Perché ci vuole coraggio
Per dire: "Sono un codardo"
Metti una maschera sopra la maschera che già ti metti ogni giorno
Con questa macchina e l'attico è un attimo che non sai più chi c'è sotto

In casa chissà se c'è chi si fa domande
In para sulla sua vita, sul proprio partner
Se cambieranno i cliché o resterà tutto com'è (ehi)
Se parleremo di brand mentre c'è chi non ha il bread

L'ipocrisia è l'invenzione del secolo
Svendi la tua verità per la loro bugia
E dopo basta non chiederlo
Non credo che il mondo torni più quello di prima
E nemmeno lo spero, no
E nemmeno lo spero
Ero solo davvero
La Coscienza di Zeno

Io che non sono più io
Io non mi fido di Dio
Io tutto e
Io niente
Io stasera
Ah, io sempre

Io con più niente di mio (mio)
Io e nient'altro che io (uoh)
Io, io (ah-ah)
Io, io, io (ah-ah)
Io, nah

La verità non santifica
La verità non giustifica
Tempo di farsi domande
Mettere l'ego da parte
Voglio coprirmi di cash
Sarò felice, lo sento
Ciò che direi al vecchio me:
"Confondi fine col mezzo"

Soffocati gli idealismi, condannati a non capirci
Forse è questo, forse siamo solo più egoisti
Forse un cane, niente figli
Forse niente ha senso

Censuri un film in cui eravamo razzisti
Ma eravamo razzisti
Imparare dal passato e non bruciarlo come i nazi con i libri

Cedi i dati ai social, Parasite
Tossici di ossitocina ormai
Ti convinci sia per la famiglia
Però è per te stesso come Walter White
Mondo che si fonda su ingiustizie
Per chi sta sul fondo di questo Snowpiercer
Scusa se sono profondo solo quando sono triste
Chi non finge?

Io che non sono più io
Io non mi fido di Dio
Io tutto e
Io niente
Io stasera
Ah, io sempre

Io con più niente di mio
Io e nient'altro che io
Io, io (ah-ah)
Io, io, io (ah-ah)
Io, nah

 

Stare nei rischi, da soli e insieme. Pensieri sparsi (e un po' biografici)sulle relazioni tra adulti e adolescenti.

Una persona a me molto cara, qualche settimana fa, mi ha detto che, in fondo, l'adolescenza è anche un rischio. Queste parole si sono mo...